10 cose che abbiamo imparato al TEDxVerona 2019

8.05.2019

TEDx non ha di certo bisogno di presentazioni. Il format è unico nel suo genere e riunisce in ogni parte del mondo migliaia di persone, tra volontari, addetti ai lavori e affamati digitali curiosi di ampliare i propri orizzonti, confrontarsi e comprendere le evoluzioni della società in cui viviamo. A metà tra il digitale e l’analogico, tra l’online e l’offline. L’obiettivo di ogni TEDx è quello di stimolare la nostra curiosità e utilizzarla come leva per migliorare concretamente il presente, ma soprattutto il futuro, per inaugurare una nuova comunità di pensatori e creativi che con il loro esempio stanno contribuendo a questa evoluzione.

Ed ecco che arriviamo al punto, al tema centrale attorno a cui si è svolto l’evento di Verona il 4 e il 5 Maggio, che ha immerso la nostra città nell’innovazione culturale e digitale per tutto il weekend: Zero, la libertà di essere. 

Una provocazione? Forse. Sicuramente è un invito a riflettere, a sentirsi di nuovo al punto zero, in quello spazio di vuoto da cui tutto parte e riparte. Il vuoto è proprio lo spazio liberato nelle nostre idee, una nuova e bellissima occasione di ricominciare, di ri-essere. Ogni giorno acquistiamo online a velocità incredibili, depositiamo il nostro tempo in stories di 24 ore e cerchiamo sempre le soluzioni smart, la semplicità fine a se stessa. Zero è il momento di ricominciare, l’attimo in cui ci guardiamo indietro per fare un bilancio, per trarre conclusioni da trasformare in un nuovo punto d’inizio.

TEDxVerona è stato questo e molto di più. Due giorni intensi tra laboratori, workshop e conferenze per trasmettere un messaggio preciso: un invito a fermarsi, magari anche solo per prendere la rincorsa e gettarsi nel futuro, consapevoli e curiosi.

Noi ci siamo stati. Abbiamo guardato, ascoltato e appreso cosa vuol dire sentirsi al centro di un percorso illuminante, fatto di innovazione ma soprattutto di cultura, la base fondamentale per crescere tutti insieme e nella stessa direzione.

Ecco 10 cose – consigli, tips, riflessioni, chiamatele come volete – che ci portiamo a casa quest’anno:

  • La creatività non nasce mai dal nulla, è il frutto di una collisione tra mondi esistenti che non si erano mai scontrati prima, ma che insieme generano un enorme valore. È importante riuscire a comprendere questo valore e trasformarlo in qualcosa di buono, in un nuovo punto Zero da cui partire.
  • L’azienda del futuro è outdoor e nomade: gli uffici sono passati di moda, si sono trasformati, evoluti assieme a noi. Ora vivono di quella componente umana essenziale per il loro funzionamento e assomigliano sempre più a salotti, caffè, spazi esterni in cui le idee prolificano. Il nostro ufficio siamo noi.
  • Le infografiche non sono ancora passate di moda. Generano dialoghi sempre nuovi, raccontano storie e parlano alle persone. Superiamo il dato fine a se stesso e proviamo a raccontare qualcosa di nuovo, esploriamo nuove frontiere di storytelling.
  • Il rischio è necessario. Rischiate. Solo così avviene il cambiamento (cit. Osho).
  • Disimparate, tornate indietro, resettate. Siate consapevoli di ciò che già conoscete, ma ribaltate le regole e scrivetene di nuove. Disimparare è fondamentale.
  • Ok i droni che volano, ok Amazon che ti spedisce le cose a casa senza che tu le abbia ordinate, ok gli inglesismi ed essere smart citizens, ma restiamo umani, che siamo bellissimi così.
  • Appuntate le vostre idee o svaniranno.
  • Il Design Thinking non è una parola che fa figo, è la ricerca della bellezza che ci guida in ogni cosa.
  • Siamo noi il punto d’inizio, sempre.
  • A volte funzionano anche le frasi di Osho, basta fare finta di crederci.

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